musica G. Susana, testo G. Pederzolli
Musica in testa, fucile in spalla, il regimento passa di gala;
balda e sicura quella milizzia parte per Serbia e per la Gallizia.
Passan per Trento tra canti e suoni, un guazzabuglio, pare che tuoni,
i cittadini in confusione vanno correndo alla stazzione:
l’atrio è gremito di forestieri, gli ufficciali passano alteri,
stanno attendendo i cacciatori e questi giungono pieni di fiori.
Ordini brevi, sono impartiti, fremono vecchi, fremon coscritti:
«il tempo è oro, presto montate, ritorneremo, ne dubitate? »
Il treno intanto vomita nero, forse è il solo che pensa il vero,
calmo e irronico ma non pazziente stride, si scuote, tra tanta gente.
L’ino si intuona, tutto esultante il treno parte, fra qualche istante,
ecco, si muove, ecco va via
addio Trentino, gran patria mia.